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Nel 1993, quando Fiorella e suo marito l’acquistarono, la struttura si presentava per quel che era in tutta la sua semplicità: un’antica masseria con i muri di tufo – un tipo di pietra reperibile in grosse quantità nei terreni che la circondavano – e il tetto fatto di canne. L’abitazione originaria comprendeva una cucina, una camera e la stalla; il bagno non era in casa, ma all’esterno.
Appartenuta ai “Signori”, i proprietari terrieri del paese, la masseria è stata abitata fin dal ‘700 dai mezzadri che vi lavoravano il terreno e per un paio di secoli è stata spettatrice silenziosa della vita bucolica , del lavoro dei campi, dei ritmi lenti, delle storie raccontate attorno al focolare.
Inizialmente, e per molti anni dopo l’acquisto, i genitori del proprietario hanno lavorato con costanza, dedizione e amore, il terreno attorno alla casa, che però utilizzavano come rimessa per gli attrezzi agricoli. Soltanto in un secondo momento hanno pensato di dare nuova vita a quella che già chiamavano “La Masseria”; così hanno deciso di ristrutturarla, rimettere in sesto quel tetto di canne rotte e costruire in casa quel bagno che non c’era mai stato. Dopo qualche anno hanno anche iniziato i lavori per l’ampliamento della parte posteriore.
Oggi, nonostante la ristrutturazione, l’ampliamento e la costruzione delle case del vicinato attorno, le mura settecentesche della Masseria non smettono di regalare quello spazio di vita bucolica, così da far apprezzare la semplicità, i ritmi lenti del lavoro dei campi e le bellezze della natura. Il tutto, dinanzi all’imponente presenza della Majella e del Morrone che si affacciano sull’orto e sugli ulivi della Masseria.
Castiglione a Casauria
3 giorni
La location, trovandosi in un punto nevralgico a poca distanza da numerose emergenze artistiche e naturalistiche, consente di raggiungere con pochi chilometri moltissime attrattive: il Parco del Lavino, gli Eremi della Maiella, la Valle dell’Orfento, il fiume Tirino, il Borgo di Capestrano, il Sentiero dell Spirito, la Valle del fiume Alento e l’Abbazia di San Liberatore