Grazie al nostro pacchetto sulla transumanza si ha la possibilità di scoprire luoghi incontaminati e borghi medievali dal fascino unico, da ora se ne avete voglia potrete scoprire i prodotti tipici di ogni luogo attraversato dal Tratturo Magno e vivere un’esperienza unica nel suo genere.
Mescoleremo il trekking o la pedalata in montagna con le nostre E-MTB e i prodotti tipici del luogo.
Trascorrere un soggiorno in Abruzzo significa anche provare le bontà che ci offrono le nostre tradizioni.
La Transumanza, è una migrazione che già nel III secolo a.C. prevedeva lo spostamento di milioni di pecore dalle montagne verso località più calde durante l’inverno. Il Tratturo Magno parte da L’Aquila per arrivare fino al Tavoliere o al Gargano; ci sono molte diramazioni provenienti anche dal Molise. Per chi lo percorre oggi è sicuramente un viaggio attraverso il tempo e la storia, incontrando sulla via borghi antichi, chiese tratturali e vecchi rifugi.
La prima parte del Tratturo inizia da L’Aquila e attraversa nel suo primo tratto la frazione di Monticchio, dove tutti gli anni nel periodo di Giugno si svolge la “sagra” del prodotto locale ovvero dei fagioli. I Fagioli bianchi di Monticchio sono uno dei pochi prodotti autoctoni rimasti sul nostro territorio e rientra nel progetto “Coltiviamo la Biodiversità” che si occupa del recupero, la conservazione e la valorizzazione di una biodiversità agricola altrove scomparsa. I fagioli provengono solo da coltivatori locali e vengono ancora essiccati secondo la tradizione su teli di iuta.
Superata la frazione di Monticchio ci si può fermare nel negozio e laboratorio di Dolci Aveja dove si possono acquistare dai biscotti alla pasticceria di dolci tipici stagionali, per finire con liquori come il nocino o la genziana.
Continuando il cammino arriviamo nel comune di Picenze dove, durante l’estate, viene organizzata la folcloristica sagra degli strozzapreti, la tipica pasta fatta a mano che qui si gusta con del sugo al ragù oppure con la crema dei tartufi neri del posto!
Proseguendo lungo il Tratturo Magno non mancherà l’occasione di assaggiare una specialità della provincia dell’Aquila: il formaggio Pecorino. Ovviamente è il grande protagonista di questo percorso, è uno dei frutti di tutti gli sforzi dei pastori che anticamente percorrevano questi sentieri con i loro greggi. Stagionature diverse e gusti nuovi per un’eccellenza d’Abruzzo che dovrà essere degustata per forza durante il vostro soggiorno.
La simbiosi tra i pastori e l’Abruzzo risale a tempi antichi e ha dato vita alla cultura del formaggio di pecora ancora radicata in tutta la regione, tranne forse nel versante di Pescocostanzo più noto per il formaggio vaccino (scamorze e caciocavalli).
Il pecorino di Farindola è unico nel suo genere: preparato con latte crudo munto a mano da capi di razza pagliarola allevati allo stato brado sulle montagne del Gran Sasso e seguendo l’antica ricetta viene usato il caglio di maiale; i pastori del luogo si sono riuniti formando un consorzio e gestendo una casera dove è possibile acquistare il formaggio.
Diverso è invece il Pecorino Canestrato di Castel Del Monte, presidio Slow Food del versante meridionale del Gran Sasso, prodotto con latte crudo intero di pecora e poi lasciato a stagionare nei canestrini di vimini.
Riscoperto da poco e proveniente dagli stessi altipiani è il Caciofiore Aquilano, l’unico pecorino fresco con il caglio estratto dai fiori del carciofo selvatico, adatto anche ai vegetariani.
Concludiamo il nostro cammino lungo la storia e le tradizioni con l’arrivo nel Borgo di Navelli per scoprire l’Oro Rosso: lo zafferano.
La storia dello zafferano in Italia e nella provincia de L’Aquila in particolare ha origini antiche, circa dal XIII secolo. Nel 2005 lo zafferano dell’Aquila viene iscritto nel Registro delle Denominazioni di Origine Protetta ed ancora oggi è considerato il migliore del mondo.
La coltivazione dello zafferano è un processo molto lavorato, trattandosi di fiori c’è bisogno di cura e delicatezza; immaginate che per avere un kg di zafferano servono circa 200.000 fiori.
La cucina tipica aquilana è influenzata ovviamente in positivo da questa spezia tra le più è preziose, come per esempio le “sagnette ceci e zafferano” , una pasta all’uovo ammassata a mano con i ceci anch’essi delle nostre zone.
La raccolta avviene attorno la seconda metà di ottobre, all’alba prima della schiusa dei fiori; una volta portati al coperto e sfioriti, ai fiori vengo asportati gli stimmi che verranno poi lasciati essiccare sulla brace di mandorlo o di quercia.
Infine come dimenticare gli immancabili arrosticini! Piatto tipico della tradizione pastorale abruzzese, preparati con carne di pecora dall’inconfondibile sapore e odore intenso, è possibile trovarli quasi ovunque in trattorie e ristoranti d’Abruzzo.